La Storia

Gli inizi

Scrivere la storia dei Jumpers equivale a scrivere la vita di Antonio Jumpers. Il tutto cominciò in quel lontano 7 Novembre del 1980 con la creazione del Gruppo Sportivo Scuola G. Marconi. A dire il vero la macchina si era già messa in movimento da tempo, esattamente da quando si seppe in giro che anche Castelnovo di Sotto avrebbe avuto la propria Palestra scolastica. Già da quando Antonio frequentava “le medie”, si parlava di creare una palestra degna di tale nome ma, come accade spesso, tra il dire ed il fare c’era di mezzo il mare. Nel 1980 i vecchi locali del “Consorzio Agrario provinciale” vennero trasformati in Palestra e, nell’area adiacente, fu realizzata una pista con mattonelle di cemento ed asfalto (?) capace di resistere alle intemperie e all’usura sino a quando venne demolita (Ottobre 2002). L’idea della palestra catturò la fantasia e l’entusiasmo di quanti sino ad allora erano stati costretti solo ad immaginarla. Al vertice del Gruppo Sportivo (GS) venne eletto il Prof. Dall’Aglio Gianni e si decise di chiamare a fondare lo sport di Palestra castelnovese le migliori forze disponibili. Vennero chiamati esperti di Ginnastica artistica, Basket, Volley e Pallamano. Alcuni di loro segnarono in modo indelebile la crescita dello Sport nel nostro paese. Basti pensare al Prof. Nino Freddi per la Pallavolo ed al Prof. Riccardo Aicardi per la nostra Pallamano. Si crearono corsi nella scuola ed extra scolastici in cui confluirono molti degli attuali Dirigenti, allora poco più che ventenni. E così, con l’innesto di qualche giovane al fianco di “atleti” già formati si cominciò a disputare qualche gara di Pallamano. Nel 1981 approdò a Castelnovo Sotto anche il Rovereto campione d’Italia allenato, allora, proprio dal Prof. Aicardi. Una esibizione domenicale in piazza che avvicinò altre persone a questa disciplina. E’ datato Novembre 1982 il debutto nel primo campionato ufficiale di serie D: trasferta a Ferrara con sconfitta e recriminazioni sul gioco duro degli estensi. Tutto però svanisce una settimana dopo con l’esaltante vittoria nel derby con Rubiera (seconda squadra, ovviamente). 17 a 12 il risultato finale e partita che mette in rilievo due autentici gioielli alla corte di ister Dino Ferrari.
Si tratta del terzino Marco Menozzi (destinato a diventare Presidente della Società nel 2002) e del portiere Rossano Casoni autentico baluardo che difenderà la porta castelnovese per quasi vent’anni (appenderà le scarpette al chiodo, al termine della stagione 1998-99). Da rimarcare che la tanto agognata palestra scolastica non aveva di certo le dimensioni del campo da Handball; addirittura occorrevano deroghe per poter giocare a Volley e a Basket. Morale: ci si allenava fuori, pioggia permettendo. Solo di rado venivano svolti allenamenti nella “palestrina”. Capitava così di presentarsi agli allenamenti muniti di guanti che si infilavano e si sfilavano ripetutamente. Da ultimo non va dimenticato che il freddo diminuiva la sensibilità delle mani che spesso andavano a ghermire la palla (quelle di plastica dura per intenderci), dimenticando di aprire completamente tutte le dita. Conseguenza di ciò erano le frequenti lussazioni (insaccature) che hanno deformato le dita di molti di quei giocatori. Fortuna volle che l’esplosione dello Sport castelnovese convincesse l’Amministrazione Comunale (nella quale era anche entrato a far parte anche Marco Menozzi) a costruire un impianto adeguato. Con questa speranza e con i giovani che dietro crescevano (vittoria nel campionato provinciale e nei giochi della gioventù) si strinsero i denti e si continuò a giocare nel campo all’aperto. Si trattava di partite epiche al confine dell’umano, se raffrontate con le attuali richieste dei giocatori. Capitò più d’una volta vedere i giocatori spalare il campo dalla neve prima dell’inizio della gara. Le trasferte nei campi al caldo vedevano la squadra sempre al completo. Tra i campi che si ricorda con più piacere c’è senz’altro il Palasport di Mantova (nei pressi dello Stadio Martelli). Tra alterne fortune si giunse quindi al campionato 1988-89 disputato all’interno dell’attuale Palasport che consegnò una intrigata promozione alla squadra castelnovese. L’allora GS Marconi trovò l’accesso ai play-off proprio all’ultima di campionato “grazie” alla mancata presentazione della Pallamano “Marina Ravenna”. La classifica fu scombussolata ed i castelnovesi furono ammessi ai play-off in cui giunsero terzi dietro a Mordano e Imola che avevano le loro squadre maggiori nella serie superiore e, quindi non avevano intenzione di partecipare, la stagione successiva, alla serie C. Anche questo debutto, stavolta in terra toscana, fu traumatico: prima di campionato in trasferta a Massa Marittima. Si gioca nel pallone tensostatico sul cucuzzolo di una montagna al freddo con un pubblico “rovente”. Troviamo comunque il modo di salvarci.

Gli anni 90

La stagione successiva (1990-91) si presenta all’insegna dell’autarchia. I fratelli Bertolini (Marco e Luca) fanno ritorno a Parma e da Rubiera giunge il classico voltafaccia sul prestito di tre ragazzi: Bigi, Adani e Cocchi vanno al Casalgrande per accordi tra le due società sui giovani del vivaio casalgrandino. La squadra di Venturi commette il più classico degli errori: con l’acquisizione di questi tre validi atleti pensa di aver già vinto il campionato. Il mister di Casalgrande (Serpica), fresco di primo livello, è il primo a seminare entusiasmo nella sua squadra ma, soprattutto, a dare per scontato quello che ancora non si è fatto ovvero vincere il campionato. Lo stesso Venturi si azzarda a scommettere una cena a base di pesce al mister del GS Marconi, Donelli, in caso di sconfitta nello scontro diretto. Sta di fatto che quella cena deve ancora essere pagata. Infatti in una memorabile partita in quel di San Michele dei Mucchietti, la squadra castelnovese, batte il Casalgrande conquistando tranquillità e consapevolezza nei propri mezzi. L’inizio infatti non era stato certo dei igliori. Presentarsi al via di un campionato così impegnativo come era allora la serie C, girone emilia e toscana, con una squadra imbottita da diciottenni in cui trovano spazio due pilastri come il già citato Casoni ed il Capitano Claudio Saccani (maglia numero dieci), poteva sembrare una scelta da pazzi. Ma, un po’ per necessità e un po’ per scelta, la svolta risulta azzeccata e si raggiunge una buona salvezza.
Proprio nel corso di questa stagione viene creato il simbolo della rana con la palla e denominata la squadra con il nome di Jumpers. Il tutto deriva dalla fervida mente dell’artista Ro Marcenar il quale crea, tra l’altro un bellissimo manifesto a vignette con le regole della Pallamano.

Seria A! Serie A!

A fine stagione per una serie di motivi (causali e non) si intravede la possibilità di portare nella nostra squadra quel grande atleta che rispondeva al nome di Fabrizio Zafferi, fino ad allora colonna portante del Rubiera in serie A. La sua esperienza, la sua serietà ed i suoi insegnamenti portano a disputare un campionato di serie C, stagione 1991-92, esaltante con una sola sconfitta (a promozione acquisita), dopo un lungo testa-testa con il Virtus Modena (allenata da Mister Santi). D asegnalare che a metà stagione si aggiunge ai Jumpers anche Olmi Giovanni, vera e propria forza della natura schierato all’ala destra. Al termine della stagione, Denis Donelli, dopo sette anni sulla panchina bianco-rossa, cede il proprio posto allo stesso Fabrizio Zafferi e torna a lavorare con i giovani. La stagione 1992-93 vede l’arrivo di alcuni giocatori da Rubiera (Colli Davide, Corradini Emanuele e Setti Piero) a rinforzare la rosa. Il campionato si trascina tranquillo senza particolari patemi stante la scontata retrocessione (sin dalle prime gare) prospettata alla squadra dell’Aosta.
Per il campionato successivo, che prevede per il secondo anno successivo, una trasferta in Sardegna per affrontare il Sassari, vengono prelevati dal Modena (via Rubiera) i fratelli Giovanni e Giuseppe Oleari. Un centrale ed un pivot che fanno la differenza in serie B. Tuttavia, il Carpi, allenato da mister Santi, tiene molto bene il passo e sconfigge i Jumpers nell’ultima di andata in casa propria. Fortuna vuole che l’incontro successivo, ad Arezzo, il Carpi scende in campo ancora inebriato dalla vittoria conseguita sette giorni prima e rimedia la sua prima sconfitta. Il testa-testa prosegue sino all’ultima di campionato. E’ il 2 Aprile 1994, sabato di Pasqua, alle 20,30 il calendario vuole che si disputi l’ultima di campionato proprio come uno spareggio promozione. Davanti a seicento persone (duecento almeno da Carpi), Jumpers e Carpi si affrontano in gara epica che, ancor oggi, riempie di emozione al solo ricordo. Gara equilibrata che sembra avere una svolta verso la fine del primo tempo quando, per simulare un fallo subito da Fontanesi, il Jolly Massimo Malagoli del Carpi, cade trascinmando lo stesso Fontanesi procurandosi un danno al setto nasale. L’ambulanza che accompagna il giocatore carpigiano sembra accompagnare anche le speranze del Carpi che invece trova una reazione di orgoglio e costringe i Jumpers a lottare per tenere il Passo. A cinque minuti dal termine, Giovanni Oleari, decide, come è giusto che sia, di farsi carico della squadra e, con alcune marcature di forza, consegna vittoria e campionato in mano ai Jumpers. Promossi in serie A. “Serie A! Serie A! ”continua a gridare dai microfoni, Paolo Cucconi (anche Lui ex atleta della prima ora) addetto alle telecronache della squadra.